In breve…
Nato a San Donà di Piave, Venezia, il 10 maggio 1982, sposato con Gloria e papà di Pietro e Anna, dal 2000 insegnante presso il Centro di Formazione Professionale San Giovanni Bosco di San Donà.
Biografia
Ex allievo, è cresciuto e si è formato nella spiritualità salesiana. Dal 2000, anno dell’assunzione presso il CFP di San Donà, segue l’itinerario di formazione educativa e spirituale del sistema preventivo di don Bosco.
Il primo contatto con la Nuova Evangelizzazione è nel 2008 quando conosce la metodologia della Scuola di Evangelizzazione Sant’Andrea durante un ritiro spirituale per gli allievi del CFP.
Quei “7 Giovani del Vangelo” aprono un orizzonte completamente nuovo nell’annuncio del Vangelo ai ragazzi della scuola…e non solo.
Nel 2008 entra a far parte dell’equipe locale dell’Oratorio Salesiano di San Donà di Piave. Nel 2010 accoglie l’invito a far parte dell’equipe del Nord-Est Italia.
Nel 2013, con Gloria, entra a far parte dell’equipe nazionale della SESA Italia.
Dal 2016 è nel Consiglio Nazionale ed è membro dell’Ufficio Nazionale.
Tiene corsi in Italia, con piccole esperienze all’estero, offrendo il suo servizio nella predicazione e nei diversi ministeri.
Preparando queste poche righe di testimonianza ho avuto una rivelazione:
“Annuncio la Parola di Dio da quando ero adolescente!”
Mamma Gianna, che è stata la mia catechista, mi aveva insegnato a vivere la fede nel quotidiano.
Crescendo scelsi di non essere più perseverante nell’andare a messa e, per non dare dispiacere alla mamma, mentivo, dicendo che a messa c’ero stato.
Per essere credibile cercavo il brano del Vangelo di quella domenica e mi costruivo un riassunto cercando di interpretare la Parola di Dio, così da poter rispondere alla domanda: “Cos’ha detto il don in chiesa?”.
Mamma, ancor oggi testimone dell’amore misericordioso del Padre, “credeva”, aveva fiducia, e continuava a seminare quel seme d’amore.
Nella mia vita non c’è stata una conversione improvvisa, ma un cambio graduale della mia relazione con Dio.
Ricordo bene quei giorni, 3-5 aprile 2009: avevo accompagnato la mia classe al ritiro spirituale che ogni anno proponiamo ai ragazzi.
Ero seduto in fondo alla sala per poter controllare che tutti si comportassero bene… ma il Signore ha usato una donna esile, Sofia, e un messicano dall’accento ragusano, Carlos, per parlare alla mia vita.
Una parola in particolare:
“Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.” (Rm 8,28) risuonava nella mia testa e piano piano è scesa fino al cuore; come un unguento è penetrata nelle mie ferite, pulendole, disinfettandole, purificandole e sanandole.
Quelle ferite, quella violenza che avevo subito pur essendo bambino, quelle stesse cicatrici che volevo e cercavo di dimenticare, il Signore le avrebbe trasformate e addirittura usate per il bene.
Decisi di affidarmi, di abbandonarmi e di mettere quei sentimenti nella preghiera e, mentre il ritiro continuava, mi trovai ad essere uno dei giovani che come me erano seduti ad ascoltare…
In quei giorni ho accettato la mia vita, le mie esperienze, mi sono sentito chiamato secondo il Suo disegno, ho realizzato che tra me e Lui, la mia vita e la Sua vita, c’è una relazione profonda, intima…
Ritornato a casa ero confuso, senza sicurezze, senza forze… ho dovuto e voluto continuare in qualche modo quello che Lui aveva iniziato a fare in quei giorni…ho lasciato che il Signore continuasse a ripulire, ad illuminare ad irrigare… ecco che mi sono avvicinato alla Santa Messa, al Sacramento della Confessione e all’Adorazione Eucaristica con uno Spirito Nuovo, ma soprattutto sono stato accolto in una piccola comunità con la quale, settimanalmente, pregavamo e condividevamo la nostra esperienza di fede.
Da qui il desiderio di vivere altri corsi della Scuola Sant’Andrea per poter crescere nella relazione con Dio, ma anche nella formazione … E ancora, la scelta di entrare a far parte di una equipe di servizio: lo stile e la metodologia della SESA calzavano a pennello con il mio modo di essere e le relazioni con i fratelli erano vere, trasparenti… Io potevo essere me stesso!
Oggi sono ancora qui, per GRAZIA, ancora in cammino, ancora in una comunità che mi sostiene e mi ama con quello stesso amore con cui Dio ama ognuno di noi.
Daniele Zanutto